Lettera Pastorale Quaresima 2018

SALVATORE MICALEF

PER GRAZIA DI DIO E DELLA SANTA CHIESA

VESCOVO ORDINARIO

Prot. n. 135/2018 v-o

LETTERA PASTORALE QUARESIMA 2018

Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore,

la Grazia e la Pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti Voi. Anche quest’anno con il Mercoledì delle Ceneri, inizia il cammino di Quaresima. Un cammino di penitenza e di riflessione personale di quaranta giorni, che ci conduce pian piano verso la Pasqua di Resurrezione del Signore, per riscoprire il dono della fede a noi donata con il Santo Battesimo. Per incominciare bene questo cammino, dobbiamo valutare e considerare: il digiuno, la preghiera e il silenzio, come tre potentissime armi letali che annientano e allontanano da noi le forze del male e del peccato che cercano in tutti i modi di distracci dalla retta via del Vangelo, che con gioia e senza timore abbiamo l’obbligo di annunciare alle genti fino agli estremi confini della terra. Ora tutti insieme poniamoci questa domanda: Qual è il significato bibblico del segno delle ceneri?

La teologia biblica ci rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri:

  1. Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…” (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell’uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
  2. Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Gdt 4,11).

Secondo elemento importante del cammino quaresimale è, l’astinenza, in particolare dalla carne, che risale all’Antico Testamento e per alcune circostanze allo stesso mondo pagano, anche se con il passare del tempo ha avuto un ampio sviluppo nel monachesimo cristiano. Una severa alimentazione e il controllo della gola combatteva le tentazioni e la concupiscenza della carne, favorendo l’ascesi e il dominio dello spirito sul corpo. Se da un punto di vista scientifico il digiuno quaresimale può essere un toccasana per il corpo, da un punto di vista spirituale ha poco senso se non viene accompagnato con fede dalla preghiera a Dio e dall’elemosina: i tre elementi insieme connotano la pratica penitenziale all’interno della Santa Chiesa.

Terzo elemento è il silenzio, che deve vibrare nel nostro essere umano non come un vuoto interiore ed incolmabile, ma come un riempimento spirituale che ci permette di sentire la voce del Signore che ci parla nell’intimità del nostro cuore, e la sua parola venga udita. “La grande tradizione patristica ci insegna che i misteri di Cristo sono legati al silenzio e solo in esso la Parola può trovare dimora in noi, come è accaduto in Maria, inseparabilmente donna della Parola e del silenzio”. Quindi, la privazione, è l’esperienza tipica del deserto, è una prova che ci rende provati. Ci rafforza e ci eleva fino all’altezza del nostro destino, ci fa scoprire le nostre sorgenti nascoste. E’, se lo vogliamo, un dono che, ci mette in contatto con l’Acqua viva che zampilla nel nostro cuore. Il deserto ci porta alla scoperta delle nostre oasi verdegianti, è un’incudine che forgia l’anima. L’esperienza biblica del silenzio di Dio ci trasmette una lezione che possiamo verificare nella nostra vita: nel suo silenzio, nel suo tacere, Dio ci parla e ci guida sulla retta via, che conduce alla salvezza eterna senza fine.

In conclusione, manteniamo un atteggiamento di raccoglimento e di riflessione personale, seguiamo con devozione la liturgia quaresimale: la Via Crucis, la liturgia penitenziale, e facciamo tesoro degli insegnamenti del Signore, perché questa vita terrena piena di impudicizie e tanta cattiveria non vinca su noi stessi.

 

Laudetur Iesus Christe. Semper Laudetur

Dato a Roma nella Sede Episcopale il 14 Febbraio 2018

Mercoledì delle Ceneri

Cordialmente in Cristo

+ Salvatore Micalef

Vescovo Ordinario

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